
La Valmalenco, con i suoi mille sentieri e possibilità di escursioni alla portata delle gambe di tutti, non stanca mai. A volte poi, regala delle perle e degli angoli più o meno nascosti in grado di strappare un grande wow anche al più rude dei camminatori di montagna.
Uno di questi è il lago formatosi grazie allo sbarramento naturale prodotto dalla morena del ghiacciaio Fellaria e alimentato dalle sue stesse acque di scioglimento. Se non ci dicessero, una volta arrivati lì, che siamo in provincia di Sondrio, saremmo portati a pensare di essere in Islanda!
Il percorso seguito da noi raggiunge questo incantevole posto a partire dalla base della diga di Gera, passa dal Rifugio Bignami e infine raggiunge la base del ghiacciaio tramite il sentiero glaciologico Luigi Marson.
Il lago di Gera e la diga
Il punto di partenza di questa escursione è il parcheggio ai piedi dello sbarramento della diga del lago di Gera. Il lago si trova al termine della valle di Campo Moro ed è alimentato dal torrente Còrmor, a sua volta generato dalle acque che scendono dal Ghiacciaio di Fellaria, la cui vedretta rappresenta la meta finale dell’escursione.
La diga, costruita tra il 1960 e il 1965, è una delle più grandi d’Italia. A voler essere precisi, con i suoi 160 metri circa di altezza si tratta della seconda diga più alta d’Italia, superata solamente dai 256 metri della diga del Vajont.
Per arrivare al parcheggio, dunque, si sale da Sondrio lungo la strada provinciale numero 15, si risale la Valmalenco e, oltrepassata prima Chiesa Valmalenco e poi Lanzada, si risale la Val Lanterna. Arrivati all’abitato della località Franscia, lo si supera e si imbocca la stradina più stretta che sale fino a Campo Moro, a 1.990 metri di altitudine. Poco dopo aver superato i rifugi Zoia e Poschiavino la strada diventa sterrata e conduce infine al parcheggio alla base della diga, a 2.024 metri di altezza.
Il sentiero
Una volta parcheggiata l’auto ci si incammina sulla muraglia della diga fino ad arrivarne alla sommità e se ne attraversa la massicciata fino ad arrivare alla sponda opposta del lago. A questo punto si costeggia l’invaso sul lato ovest, salendo in maniera piuttosto dolce fino ad arrivare al Rifugio Bignami, comunque sempre in vista. L’ultimo tratto di salita è un pochettino più impegnativo rispetto al resto di questo tratto, ma nulla che debba impensierirci.
Il Rifugio Bignami è già di per se una splendida tappa, con la meravigliosa vista che da qui si può godere su tutto l’invaso, la vallata e il ghiacciato di Fellaria stesso.
Ripreso fiato al rifugio si prosegue dunque lungo il sentiero glaciologico Luigi Marson, realizzato dal Servizio Glaciologico Lombardo, fino ad arrivare alla nostra meta.
Il sentiero si sviluppa in lungo tre alternative, la A, la B e la C e consente di arrivare ad entrambe le vedrette del giacchiaio, quella Est e quella Ovest. Il nostro obiettivo è la vedretta Est e seguiamo quindi il percorso C, con i pannelli informativi sulla posizione del ghiacciaio nella storia.
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