
La seconda tappa della nostra personalissima Piccola Alta Via della Valmalenco ci ha portato dal Rifugio Marinelli Bombardieri fino al Lago Palù, probabilmente il lago alpino più conosciuto in zona, situato a 1925 m s.l.m. e circodato da deliziose pinete.
In prima battuta abbiamo optato per questo tragitto in modo tale da poter fare tappa nella zona del lago, dove sono presenti alcune soluzioni di alloggio rifugistico, il Rifugio Palù ed il Rifugio Motta.
Purtroppo per noi nella data in cui avevamo deciso di arrivare i due rifugi non avevano disponibilità di camere. Nonostante questo non abbiamo cambiato i nostri piani, optando invece per la funivia presente nella zona del lago pronta a riportarci a Chiesa Valmalenco dove sono presenti molte altre soluzioni di alloggio.
Il normale tragitto che collega le due mete di questa escursione (nonchè quello che una coppia di buonsenso sceglierebbe) prevederebbe di scendere lungo il sentiero 301/305 seguendolo fino all’Alpe Musella prima, deviando poi per l’Alpe di Campolungo e svalicando verso la zona del Lago nei pressi del Passo di Campolungo.
Noi abbiamo optato invece per una variante un pochino matta, ma che ci ha permesso di toccare una meta decisamente insolita, quella delle Grotte dello Scerscen.
Le Grotte dello Scerscen

Dovete sapere che io e Marta abbiamo un particolare interesse, oltre che per gli ambienti montani veri e propri, anche per i sistemi di grotte. Una volta venuti a conoscenza dell’esistenza delle Grotte dello Scerscen non abbiamo saputo resistere.
Ai piedi dell’imponente Gruppo del Bernina e ben visibile dall’altura su cui si trova il Rifugio Marinelli Bombardieri, si apre e sviluppa il bellissimo e selvaggio Vallone dello Scerscen, il quale, sulla sponda orografica sinistra presenta un grosso banco di dolomia.
Questi, al suo interno nasconde alcune grotte naturali, le Grotte dello Scerscen, appunto, recentemente scoperte. Si tratta di un sistema di grotte e cavità naturali che si sviluppano all’interno di un ambiente carsico e presentano quasi certamente un origine idrotermale.
Per questi motivi e per la loro alta quota si tratta quasi certamente di un bel primato a livello nazionale e non solo. Tre sono i sistemi di grotte scoperti fino a questo momento: La “Tana dei Marsol”, la “Grotta Morgana” e la “Grotta del Veronica”. Quest’ultima è la sola facilmente raggiungibile con una breve deviazione dal canonico sentiero.

Non è stato facile capire dove si trovasse esattamente, dal momento nelle cartine a nostra disposizione e su OpenStreetMap non ne era tracciata in maniera chiara la posizione, ma armati di pazienza e fiducia nella buona sorte abbiamo deciso di tracciare un percorso che, dal rifugio Marinelli Bormbardieri ci conducesse nel cuore del Vallone dello Scerscen fino al banco di dolomia sopracitato e alla Forcella di Entova, tutto lungo il sentiero 305 var.
Per dovere di cronaca, la Grotta del Veronica l’abbiamo trovata e mappata su OpenStreetMap, dove ne è adesso segnalata la posizione esatta. Al momento della nostra visita l’ingresso vero e proprio al suo sistema di cunicoli era chiuso con un cancello ed un lucchetto, la cui chiave, a quanto pare è richiedibile presso il comune di Lanzada.
Per un elenco piuttosto preciso dei sistemi di grotte nella zona, rimandiamo al Catasto Speleologico Lombardo, raccomandando di non avventurarsi in ambienti che non si conoscono e con i quali non si ha la dovuta dimestichezza.
Il resto sentiero
Ripreso il cammino dopo una breve sosta alla Grotta del Veronica abbiamo proseguito lungo la variante del sentiero 305 fino a salire alla Forcella di Entova, da cui si gode di una splendida vista sul Lago di Entova ai propri piedi e sul Sasso di Entova sopra di esso, il tutto dominato dalla figura un pò decadente dell’ex Rifugio Scersen, ormai in disuso da anni.

Proseguendo il percorso ora lungo il sentiero 305 canonico si inizia a perdere quota in direzione del bivio che a destra conduce al Rifugio Longoni mentre a sinistra prosegue verso il Lago Palù.
Svoltando quindi a sinistra e percorrendo una lunga dorsale costellata di pietraie si giunge all’Alpe Sasso Nero prima e all’Alpe Roggione poi, per infine risalire all’Alpe Palù e da qui prendere la funivia che condice a Chiesa Valmalenco.
Si tratta di un percorso lungo e piuttosto faticoso, attraverso terreni talvolta impervi ma che sicuramente è in grado di regalare meravigliosi panorami sul Vallone dello Scerscen, sul Gruppo del Bernina e sul Gruppo del Disgrazia. Un tragitto sicuramente insolito ma di certa soddisfazione.
Loading comments from Disqus ...