
Parlando di escursioni in ambiente montano non è sempre facile riuscire a trovare delle soluzioni che permettando di percorrere lunghi e panoramici giri ad anello che non prevedano dislivelli importanti.
Nel caso di questa escursione attraverso la Val Poschiavina ed il Piano di Campagneda, invece, siamo riusciti a percorrere circa una quindicina di chilometri toccando tre diversi passi montani, ciascuno con il proprio sistema di laghi. Il tutto senza particolari dislivelli, per una bella e soddisfacente passeggiata montana. Non è una cosa da poco!
Si tratta di un giro che ci sentiamo di consigliare a tutti perché alla portata di chiunque abbia un discreto livello di allenamento ed eventualmente può essere accorciato alla bisogna, ad esempio escludendo il passaggio dal Passo di Ur come prima riduzione e anche dal Passo di Campagneda come seconda riduzione, anche se in questo caso ci si perderebbe la vista sui meravigliosi laghetti ai suoi piedi.
Il punto di partenza
Il punto di partenza di questa escursione è il parcheggio nei pressi del Rifugio Poschiavino, nelle vicinanze della Diga di Campo Moro e ai piedi della breve salita per il Rifugio Zoia.
Per arrivare al parcheggio si sale da Sondrio lungo la strada provinciale numero 15, si risale la Valmalenco e, oltrepassata prima Chiesa Valmalenco e poi Lanzada, si risale la Val Lanterna. Arrivati all’abitato della località Franscia, lo si supera e si imbocca la stradina più stretta che sale, appunto, fino a Campo Moro, a 1.990 metri di altitudine.
Il sentiero
Lasciata l’auto al parcheggio si risale la strada asfaltata fino alla diga del Lago di Gera, sulla cui muraglia ci si incammina fino ad arrivarne alla sommità ed evitando di attraversarne la massicciata ci si tiene sulla sponda orografica sinistra del lago. A questo punto si costeggia l’invaso sul lato est fino ad arrivare ad un primo bivio che ci permette di salire fino all’Alpe Val Poschiavina.

Da qui si inizia a risalire la Valle Poschiavina tenendosi sulla sponda orografica destra del torrente. Si segue il sentiero fino a superare un piccolo gradino di roccia. A questo punto occorre staccarsi da quello che appare il sentiero principale, tenendo la sinistra e tagliando in diagonale il facile versante.
Da qui si sale gradualmente fino ad arrivare ad un’area di pascolo dominata da un enorme masso erratico. Si prosegue quindi la salita tramite un sentiero non sempre ben marcato ma comunque piuttosto facile da seguire e continuiamo fino ad arrivare ad una sella contraddistinta da un ometto, dalla quale si gode di una bella vista sul vicino Pizzo Scalino e sulla sua vedretta.
Si prosegue sempre per sentiero non battutissimo, fino ad arrivare al passo di Ur e all’omonimo lago, in prossimità del confine con la Svizzera, che qui inizia ad essere ben visibile e segnalato.

Da qui il sentiero prosegue, questa volta decisamente meglio marcato, quasi sempre lungo il confine di stato, fino ad arrivare al Passo Canciano e ad un piccolo laghetto nei suoi pressi.
Il Passo di Canciano è stato in passato, soprattutto lo scorso secolo, uno dei passi maggiormente battuti da parte dei contrabbandieri che effettuavano i loro viaggi attraverso il confine tra Svizzera e Italia.
Dal Passo di Canciano è già possibile intravedere la prossima meta del percorso, ovvero il Passo di Campagneda, ad ovest, contrassegnato da un grande e vistoso arco di legno.
Si segue il percorso fino ad uno specchio di acqua ai piedi del passo, che teniamo alla nostra sinistra e iniziamo la veloce salita che in breve tempo ci porta alla quota di 2682 metri del Passo di Campagneda, dal quale dovremo scendere all’Alpe Campagneda, per tornare poi, tramite comoda mulattiera all’invaso di Campo Moro e al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.

Nel primo tratto di discesa dal passo si percorre un corridoio di sfasciumi prima ed un canalone poi, superando anche un punto con l’ausilio di corda fissa e scalini in metallo. Passiamo quindi a sinistra del più alto dei laghetti di Campagneda a quota 2490 metri, continuando la nostra discesa superando a destra il secondo laghetto e a sinistra i restanti, fino ad arrivare al Piano di Campagneda prima e all’omonima Alpe poi.
Nei pressi dell’alpe è presente il Rifugio Ca’ Runcasc’, presso il quale possiamo eventualmente ristorarci, prima di proseguire il nostro percorso verso il Rifugio Zoia prima e il parcheggio poi.
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